Curiosity

Perché si dice: “Attaccare bottone”?

Un’espressione che utilizziamo frequentemente, che magari a prima vista può sembrarci senza senso, è “Attaccare bottone“. Vediamo un po’ quale è la sua origine e perché si dice così.

La locuzione indica qualcuno che parla tantissimo, raccontando storie di ogni tipo e, sopratutto, a chiunque. In generale, vuol dire trattenere l’interlocutore con un discorso – sicuramente lungo – a tratti anche noioso. L’origine, in verità, è ben lontana dall’attaccare un bottone tipico delle sarte.

Le sue radici risiedono nella chirurgia, riferendosi alla procedura che usavano i medici per cauterizzare le ferite. Si adoperava, a tal proposito, uno strumento di ferro alla cui estremità si trovava una sfera assimilabile a un bottone. Il medico, poi, vi dava fuoco e, una volta applicato il “bottone” sulla pelle, si cicatrizzava la ferita, ma ciò provocava enormi sofferenze nel paziente. Roba di pochi minuti, ma ciò causava dolore come se fossero trascorse ore.

Da qui poi “Attaccare bottone” è diventato, negli anni, fuori dal campo medico, sinonimo di “infastidire“, nel senso di costringere qualcuno a sopportare un discorso lungo e noioso. A volte, però, viene usato nel senso di portare alla luce sempre nuovi argomenti per far colpo su un/a ragazzo/a e non annoiarlo mai!

E voi l’avete mai usato? Soprattutto, quanta gente che “attacca bottone” conoscete? Spesso, farli smettere di parlare diventa un’impresa epica e, allora, ci si “rassegna” – il più delle volte – ad ascoltare!

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