Ricordando… il 10 febbraio, dalle foibe all’esodo
Oggi, 10 febbraio 2021, nominato il “Giorno del ricordo” rinnoviamo la memoria della tragedia e di tutte le vittime delle foibe.
Il “Giorno del ricordo” è dedicato alla commemorazione di migliaia di vittime che tra il 1943 e il 1947 vennero catturate, uccise e gettate nelle foibe dell’Istria e della Dalmazia dai partigiani jugoslavi di Tito.
Si tratta di una dolorosa vicenda della storia italiana del Novecento a lungo trascurata che permette di non dimenticare le cosiddette “pulizie etniche” e di ribadire il valore della pace.
La storia
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, in Istria e in Dalmazia i partigiani jugoslavi di Tito si vendicarono contro i fascisti e la loro italianizzazione forzata.
Essi vennero considerati nemici del popolo, torturati e gettati nelle foibe, e così durante tutto il tentativo di riconquista del territorio italiano fino a Trieste.
Si moriva con estrema crudeltà: nelle foibe i condannati venivano legati tra loro con un fil di ferro stretto ai polsi e fucilati in modo che si trascinassero nelle cavità gli uni con gli altri.
Nella pagina tragica delle foibe sono scritti i nomi di tanti religiosi che, in quanto pastori, sono stati individuati e eliminati perchè ostacolo alla propaganda.
E’ il caso di un sacerdote, Assistente dell’Azione cattolica, don Francesco Bonifacio, beatificato da Papa Benedetto XVI il 4 ottobre del 2008.
Don Francesco scompare a un certo punto l’11 settembre del 1946 e non si sa più nulla di lui. A soli 34 anni da giovane sacerdote, fu ucciso in odio alla fede.
Il nostro parere
Non sempre questo giorno ha avuto il riconoscimento che si meritava, nonostante il dolore, ma anche la speranza che comporta.
Infatti, con questa nostra rubrica abbiamo voluto riportare questo pezzo di storia per poter ricordare insieme e sperare che non si ripeti nulla del genere.