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Perché si dice: “Buonanotte al secchio”?

Continua il viaggio nei modi di dire più utilizzati della lingua italiana. Oggi vediamo perché si dice: “Buonanotte al secchio” e quali sono le origini. Pronti? Partenza, via!

L’espressione “Buonanotte al secchio” indica l’impossibilità di aver successo in un’impresa, un’azione votata al fallimento, una partita data per persa. Insomma, il significato non è di certo dei più ottimisti.

Le origini del detto sono incerte, la più comune – secondo l’esperto di onomastica Enzo Caffarelli – è legata al mondo contadino. Si esclamava “Buonanotte al secchio” quando riempiendo l’acqua al pozzo, la corda del secchio finiva per rompersi, l’impresa falliva, il contadino tornava a mani vuote e il secchio rimaneva a riposare nel buio più pesto.

Un’altra ipotesi riguarda l’abitudine, prima dell’uso dei bagni e dei servizi igienici, di coricarsi mettendo in camera da letto un secchio pronto per i bisogni che poi veniva svuotato dalla finestra: augurare la buona notte al secchio potrebbe dunque significare sperare di non doversi svegliare e usare il contenitore in piena notte per poi procedere con le operazioni di svuotamento. In questo caso il secchio, quindi, diventava il destinatario di un auspicio più che positivo!

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