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Perché si dice: “A caval donato non si guarda in bocca”?

Per buona educazione, quando si riceve un regalo, è bene ringraziare in qualunque caso anche se il dono non è particolarmente gradito. A tal proposito, si usa spesso l’espressione “A caval donato non si guarda in bocca“… ma perché si dice così?

L’insegnamento dell’espressione “A caval donato non si guarda in bocca” è quello che, a prescindere dal valore di un regalo, bisogna accettare senza giudicare. Indubbiamente, può capitare che non sia perfettamente in linea con i nostri gusti ma la vera domanda è: cosa c’entra il cavallo nella locuzione in analisi?

Nell’antichità, l’animale era considerato un dono ricercatissimo e, per valutare se era in buona salute o meno, occorreva analizzarne la dentatura. Se si riceveva in dono, però, a prescindere dalle sue condizioni, era sempre fonte di ricchezza e bisognava esserne grati (anche evitando di guardarne i denti).

Fonte Foto: comitatolinguistico.com

Le origini risalirebbero a San Girolamo che nel Commentariorum In Epistolam Beati Pauli Ad Ephesios scriveva: “Noli equi dentes inspicere donati“.

E voi, cari lettori, quanto volte avete sentito o usato questo modo di dire? Certo è che, in alcuni casi, fingere che un regalo sia gradito può risultare davvero difficile, ma dobbiamo sforzarci di guardare oltre: si tratta comunque di un bel gesto, perché significa che qualcuno ha pensato a noi e l’ha acquistato proprio per noi.

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