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Perché si dice: “Per filo e per segno”?

Almeno una volta nella vita vi sarà capitato di sentire l’espressione “Per filo e per segno” ma da dove deriva? Perché si dice così? Scopriamolo insieme.

Innanzitutto, “Per filo e per segno” indica, come prima accezione, quei lavori svolti in modo assolutamente preciso, ordinato senza che sfugga alcun dettaglio. Quindi è associato alla meticolosità, all’applicazione attenta che un soggetto pone in qualcosa che sta facendo.

Su questa spiegazione nulla quaestio. Ma l’origine è – quasi – del tutto slegata dal contesto in cui è utilizzato oggi. In passato, infatti, coloro che si occupavano di segare i tronchi degli alberi e gli imbianchini, durante il loro lavoro, dipingevano una corda con la vernice colorata e la posizionavano al muro o al tronco di un albero. Poi, di colpo, ne lasciavano un’estremità in modo tale che la vernice lasciasse un segno. Questa, infatti, era la linea da seguire o per imbiancare o per segare.

Da qui deriva il “per filo” (intendendo lo strumento adoperato a lavoro) e “per segno” (considerato il metodo per non sbagliarsi). Naturalmente, l’operazione dei suddetti lavoratori richiedeva uno sforzo estremamente preciso, perché con esattezza si doveva individuare il punto in cui imbiancare o tagliare. Da lì, per trasposizione, oggi è un’espressione usata da coloro che non tralasciano i dettagli, ma che curano ogni cosa nei minimi particolari, l’esatto contrario di chi, invece, fa le cose “a grandi linee“.

E voi l’avete mai usata? In che contesto?

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