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Perché si dice: “Coprifuoco”?
In questo momento tanto delicato che l’Italia e il Mondo sta vivendo a seguito dell’emergenza Coronavirus, si sente spessissimo dire la parola “coprifuoco” ma qual è l’origine? Scopriamolo insieme.
Oggi con il termine “Coprifuoco” intendiamo un arco temporale in cui non è possibile uscire di casa (divieto assoluto di circolazione) ma… cosa c’entra il fuoco? E il coprire?
Diciamo subito che questa imposizione che limita i movimenti per motivi di ordine pubblico deriva il proprio nome da un’usanza medioevale che prevedeva, ad una certa ora della sera, il rintocco di una campana o lo squillo di una tromba che indicasse l’obbligo di soffocare il fuoco sotto la cenere per prevenire incendi (proprio per evitare di spegnere il fuoco senza provocare eccessivo fumo).
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Successivamente, invece, la parola venne usata durante le guerre, nel caso di rischio bombardamenti ad esempio (non per forza di notte). E oggi, col Coronavirus, è tornata in auge. Speriamo di liberarcene quanto prima possibile!
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